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Il libro sul piccolo Tommy fa discutere

Notizia del 06/09/2008

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Qualcuno lo leggerà con piacere, altri già lo hanno contestato. Il libro di Massimiliano Frassi sulla storia di Tommaso Onofri, “il piccolo Tommy” che è stato protagonista di una delle pagine più nere della cronaca italiana, è destinato a far parlare di sé. L’autore è stato criticato di aver strumentalizzato la vicenda, ma si difende sostenendo che “è stato solo un modo per restituire Tommy ai suoi genitori”.

Il libro
Intitolato “Ho conosciuto un angelo”, sarà in vendita a partire da sabato 6 settembre, giorno in cui avrebbe dovuto compiere 4 anni. I proventi saranno destinati ad un reparto di oncologia in un ospedale della Romania. L’intento iniziale era quello di farne un regalo per la famiglia, un archivio di parole e foto per raccontare i momenti belli di un bambino pieno di vita, prima del crudele assassinio nel marzo 2006 e, secondo Frassi, un modo per risollevare la famiglia Onofri, che oggi attraversa un altro momento difficile in seguito all’attacco cardiaco che ha lasciato in coma Paolo Onofri il 12 agosto. “È un libro nato dopo un periodo di frequentazione in casa Onofri, ho ascoltato i racconti della mamma, il papà, gli zii materni. Io sono solo lo strumento”, sottolinea l’autore, “loro sono la voce dei ricordi”.  Poi, su richiesta di Paola Onofri, la madre di Tommy, si è deciso di farne un libro pubblico, per far si che il tempo non cancelli la memoria della vicenda, anche una volta spenti i riflettori del circo mediatico.
Bellezza e brutalità convivono nell’immagine di Tommy, sullo sfondo la tragedia, il rapimento dalla villetta nel parmense, il delitto: “la sua storia trascende quello che accaduto, ma è pur vero”, continua Frassi, “ che non potevo non raccontarlo, perchè Tommy, purtroppo è anche questo. È l’emblema di un infanzia violata. Come è risultato dal processo è stato picchiato per 20 minuti quando il suo cuore ancora batteva. Una violenza che a distanza di due anni è rimasta ancora senza senso.”

Il dibattito
In rete molti siti e blog già discutono la scelta, parlano di commercializzazione del piccolo, sostenuta dal forte interesse mediatico per la vicenda, per strappare una lacrima ad un pubblico di voujer.
Altri invece lo difendono, ritenendo che ricordare la storia di Tommy sia doveroso, anche per rimarcare la condanna ai responsabili della sua morte a soli 17 mesi, al momento in carcere con una condanna d’ergastolo da scontare per Mario Alessi e di 20 anni di reclusione per Salvatore Raimondi.
Ancora una volta sarà il pubblico a decidere da che parte schierarsi.

La Redazione.

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